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I MECCANISMI DELL'INSONNIA

  

Il sonno è un affare delicato. Un tempo, quando le partenze alludevano a viaggi pericolosi e malcerti, o a lunghe separazioni, se non ad emigrazioni, si diceva “partire è un po’ morire”. Oggi quest’affermazione è diventata priva di senso, e infatti non la si sente più.  
Resta invece vero che dormire è un po’ morire. Gli ebrei dicono che il sonno contiene la cinquantesima parte della morte. E’ indubitabile che addormentarsi vuol dire perdere il controllo del sé; e cedere il posto di comando, anche solo per qualche ora (ma chi ce lo garantisce, poi?), può essere difficile da accettare..
. E’ forse per questo: per affermare ancora una volta il nostro potere, che usiamo l’espressione “prendere sonno”; mentre in realtà è il sonno che prende noi. Lo fa a fin di bene: se non si dorme, si va incontra a molti problemi. E’ esperienza comune: basta aver dormito di meno per una sola notte (per essere partiti presto per un viaggio, o aver tirato tardi a una festa) per sentirsi fiacchi, irritabili e poco concentrati. Questo accade perché durante la notte il cervello elabora ciò che farà in nostra compagnia il giorno dopo. Se i disturbi del sonno si prolungano, anche la memoria (sia quella recente, di fissazione, che quella di rievocazione) finisce per andare in malora: il sonno ha infatti un ruolo nel meccanismo con cui il cervello immagazzina e richiama i ricordi. Più insidioso, e meno noto, è l’effetto che la scarsità di sonno ha sul nostro senso morale. Alcuni studiosi americani sostengono di aver scoperto che dopo appena due notti insonni le nostre scelte morali sono diverse da come sarebbero se avessimo dormito bene. A lungo andare l’insonnia deprime il sistema immunitario, per cui ci si ammala. Spesso è vero anche l’inverso: se si è ammalati, non si dorme. Per lo stress, ma non solo: certe patologie cardiovascolari (disturbi del ritmo, scompenso cardiaco) o respiratorie ( si pensi alla tosse insistita) provocano risvegli frequenti, che spesso esitano nell’insonnia. Per non dire di molte patologie psichiatriche, nelle quali il disturbo del sonno è un sintomo costante. Il legame tra il depresso e il sonno è molto speciale. La sera il depresso cerca il sonno, per scivolare con lui nell’oblio. Ma la mattina presto, prestissimo, quello stesso sonno che gli si era pietosamente concesso si allontana da lui, lasciandolo atterrito di fronte alla lunghissima giornata di sofferenza che gli si spalanca davanti. In questo continua corsa ad inseguirsi, non va peraltro dimenticato che l’insonnia può essere essa stessa causa di depressione: dopo un bel po’ di giorni di sonno spezzettato e insoddisfacente, prima ci si imbestialisce, e poi ci si deprime. Il sonno fa bene a tutti, ma agli obesi di più. Non solo perché quando dormono non mangiano (si pensi alle classiche abbuffate notturne da frustrazione): durante il sonno si smaltiscono gli acidi grassi, e si produce leptina, una sostanza che comunica al cervello il senso di sazietà. Chi dorme poco produce invece una maggiore quantità di grelina, un ormone che stimola il centro della fame.


Fonte :  www.insonnia.it/

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