È quanto emerge da uno studio di alcuni ricercatori italiani coordinato dal professor Umberto Castiello del Dipartimento di Psicologia generale dell’Università di Padova, in collaborazione con il , in collaborazione con il Centro di scienze cognitive dell’Università di Torino, l’Istituto pediatrico Burlo Garolfo di Trieste e il Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Parma.
“I neonati vengono al mondo già pronti per interagire socialmente, cioè per avere a che fare con i propri simili. Lo dimostrano studi realizzati precedentemente che hanno verificato la disponibilità dei neonati con poche ore di vita a copiare, per esempio, le espressioni facciali di chi si prende cura di loro - spiega Castiello -. Ci siamo quindi chiesti se la tendenza a socializzare si manifesta anche prima di nascere”....
Poiché in genere l’utero materno è un luogo piuttosto solitario, i ricercatori italiani hanno scelto di analizzare coppie di gemelli nella speranza di captare qualche segno di interazione tra loro.
Sono state esaminate cinque coppie di gemellini con l’aiuto d dell’ecografia 4D, una tecnica che permette di visualizzare in modo molto preciso i movimenti dei feti.
“Grazie a questo software assolutamente innovativo abbiamo potuto osservare – prosegue il professor Castiello - come tra la 14esima e la 18esima settimana di gestazione, i piccoli si muovano molto, con dei movimenti diretti verso l’altro gemello che hanno caratteristiche diverse rispetto ai movimenti diretti verso la parete uterina e verso se stessi e, man mano che i feti crescono, tendono a aumentare di frequenza”.
Prima della 14esima settimana i gemellini sono troppo lontani l’uno dall’altro per interagire tra loro. Solo quando i movimenti assumono un vero e proprio valore di interazione, allora vengono messi in atto con maggiore intensità, a riprova della loro funzione socializzante. Parallelamente all’aumento dei movimenti verso l’altro, diminuiscono quelli diretti verso se stessi e verso la parete uterina. Precedenti studi su feti unici hanno dimostrato che il planning motorio (cioè la capacità di orientare volontariamente il movimento) si sviluppa in genere più tardi, verso la 20esima settimana di gestazione, quando i movimenti diretti verso la bocca tendono a differenziarsi rispetto ai movimenti diretti verso la regione degli occhi. Nei gemelli, invece, questa abilità sembra emergere più precocemente ed è favorita dalla tendenza a socializzare con l’altro.
Per realizzare lo studio, che verrà pubblicato sulla prestigiosa rivista «PlosOne», è stato utilizzato un software speciale, capace di analizzare la cinematica (cioè di descrivere in termini quantitativi le caratteristiche dei movimenti) dei feti nell’utero ripresi per 20 minuti ogni volta attraverso l’ecografo 4D.
“Lo sviluppo così precoce della socialità potrebbe diventare, in futuro, un elemento da prendere in considerazione nella valutazione dello sviluppo di un feto” conclude Castiello.“Uno sviluppo cerebrale anomalo potrebbe infatti manifestarsi anche attraverso una riduzione di questo istinto”.
Ricercatori: Umberto Castiello, Cristina Becchio, Stefania Zoia, Cristian Nelini, Luisa Sartori, Laura Blason, Giuseppina D’Ottavio, Maria Bulgheroni & Vittorio Gallese.
Fonte : www.tgpadova.it
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