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COME TRATTARE UN INTROVERSO




Posted on settembre 20, 2007 by viasenzanome


Questa è la traduzione dei passi principali di un articolo di Jonathan Rauch sul “The Atlantic” intitolato Caring for your introvert, in cui un introverso spiega agli estroversi cos’è l’introversione e come averci a che fare. Troppo spesso noi introversi siamo fraintesi e trattati ingiustamente come disadattati. Consiglio anche di dare un’occhiata ad un mio precendente post dedicato agli introversi su come essere felici.
Gli introversi possono anche essere in molti, ma sono anche tra i più fraintesi e bistrattati in America, e forse nel mondo.
Oh, per anni l’ho negato. Dopotutto io ho buone abilità sociali. Non sono nè asociale nè misantropo. Di solito. Non sono per nulla timido. Amo avere lunghe conversazioni che esplorano pensieri intimi e appassionati interessi, ma almeno io mi sono accettato e dichiarato per come sono ai miei amici e colleghi. Facendo così, mi sono trovato liberato da tanti dannosi fraintendimenti e stereotipi. Ora sono qui per dirti cosa devi sapere per comportarti con sensibilità e supportare un membro della tua famiglia, un amico o un collega introverso. Ricorda: qualcuno che conosci, rispetti e con cui interagisci ogni giorno è introverso, e probabilmente lo stai trattando male....








Cos’è l’introversione? 
[...] Gli introversi non sono necessariamente timidi. Le persone timide sono ansiose e spaventate o auto-lesioniste in ambiti sociali; gli introversi generalmente no. Gli introversi non sono misantropi, anche se alcuni di noi leggono Sartre e dicono “l’inferno sono le altre persone a colazione.” Piuttosto, gli introversi sono persone che trovano le altre persone stancanti.


Gli estroversi sono energizzati dalle altre persone, e appassiscono o si deprimono quando sono sole. Spesso sembrano annoiati da sè stessi, in entrambi i sensi. Lascia un estroverso per due minuti da solo e prenderà in mano il suo cellulare. In contrasto, dopo un ora o due di essere socialmente “attivi”, noi introversi abbiamo bisogno di “spegnerci” e ricaricare le pile. La mia formula è grossomodo due ore da solo per ogni ora di socializzazione. Questo non è essere asociali. Non è un segno di depressione. Non richiede cure. Per gli introversi, stare da soli coi propri pensieri è riposante come dormire, nutriente come il mangiare. Il nostro motto è: “Io sono ok, tu sei ok. In piccole dosi.”


Quante persone sono introverse? 
Ho condotto un’esaustiva ricerca su questa questione, nella forma di una rapida ricerca su Google. La risposta: circa il 25%. Oppure: appena meno della metà. Oppure (il mio favorito) “la minoranza nella popolazione normale, ma la maggioranza nella popolazione dotata.”


Gli introversi sono fraintesi? 
Enormemente. [...] Gli estroversi sono facili da capire per gli introversi, perchè gli estroversi spendono così tanto del loro tempo comunicando chi sono in loquaci (e spesso inevitabili) interazioni con le altre persone. [...] La la strada non è a doppio senso: gli estroversi capiscono poco o nulla dell’introversione. Essi assumono che la compagnia, specialmente la loro, sia sempre la benvenuta. Non possono immaginare il perchè qualcuno avrebbe bisogno di stare da solo; invece, si offendono quando gli viene suggerito.


Gli introversi sono oppressi? 
Gli estroversi quindi dominano la vita pubblica. Ed è un peccato. Se noi introversi mandassimo avanti il mondo, senza dubbio sarebbe un posto più calmo, sano e pacifico. Come si suppone che Coolidge abbia detto: “non lo sai che 4/5 di tutti i nostri problemi scomparirebbero se solo ci sedessimo e ci ragionassimo?”


Con il loro insaziabile appetito per la conversazione e l’attenzione, gli estroversi dominano la vita sociale, in questo modo tendono a fissare delle aspettative. Nella nostra società estrovertistica essere aperti è considerato normale e quindi desiderabile, un marchio di felicità, sicurezza, leadership. Gli estroversi sono visti come generosi, vibranti, caldi, empatici. [...] Gli introversi sono descritti con parole come: difesivo, solitario, riservato, taciturno. Parole nient’affatto generose, parole che suggeriscono una parsimonia emozionale e una personalità minore. Sospetto siano le introverse donne a soffrire di più per queste incomprensioni.


Gli introversi sono arroganti? 
Difficilmente. Suppongo sia un fraintendimento comune che ha a che fare con l’essere più intelligente, riflessivo, indipendente, raffinato e sensibile di un estroverso. Inoltre, è probabilmente dovuto alla nostra mancanza di volontà di “chiacchierare”, una mancanza che frequentemente gli estroversi scambiano per disdegno. Noi tendiamo a pensare invece che a parlare, dove invece gli estroversi tendono a pensare parlando, il che è il motivo per cui i loro meeting non durano mai meno di sei ore.


Come posso far sapere ad un introverso nella mia vita che lo supporto e rispetto la sua scelta?


Primo, riconosci che non è una scelta. Non è uno stile di vita. E’ un’orientamento.


Secondo, quando vedi un introverso perso nei propri pensieri, non chiedergli “Cosa c’è che non va?” oppure “Va tutto bene?”


Terzo, non dire niente.


Fonte : www.viasenzanome.wordpress.com

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