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UOMINI E SCIMMIE IDENTICI NEL 99 PER CENTO DEL DNA
Un gruppo internazionale di scienziati ha sequenziato il codice genetico dello scimpanzé, che tra gli esseri viventi è il nostro parente animale più prossimo, e lo ha confrontato con il genoma umano, ottenendo quale risultato che la sequenza del DNA delle due specie è identica al 99 per cento. Quello dello scimpanzé è il primo genoma di un primate ad essere sequenziato. Le future ricerche si concentreranno sulla rilevanza delle differenze nel tentativo di svelare ciò che rende umano l'uomo e pertanto diverso dagli altri animali...
Lo studio è stato intrapreso da un gruppo internazionale denominato "Chimpanzee Sequencing and Analysis Consortium", costituito da 67 scienziati di 23 istituti di ricerca di Stati Uniti, Germania, Italia, Israele e Spagna, e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista "Nature". Tale lavoro fornisce un catalogo delle differenze genetiche che si sono create da quando, circa sei milioni di anni fa, esseri umani e scimpanzé si sono separati da un antenato comune. Questi dati, e tutti quelli futuri raccolti dal consorzio, verranno resi di pubblico dominio e gli scienziati di tutto il mondo potranno quindi contribuire a questo lavoro.
Più di un secolo fa Darwin e Huxley avanzarono l'ipotesi che gli esseri umani condividono antenati comuni recenti con le grandi scimmie africane.
Questa teoria è stata confermata da moderni studi molecolari che hanno consentito di perfezionare la conoscenza delle relazioni che legano le due specie, dimostrando che lo scimpanzé comune (Pan troglodytes) e il bonobo o scimpanzé pigmeo (Pan paniscus) sono i parenti evolutivi viventi più stretti degli esseri umani.
Gli scimpanzé sono pertanto particolarmente adatti per fornirci indicazioni utili per approfondire la conoscenza non solo delle loro somiglianze con gli esseri umani, ma anche delle differenze che costituiscono le nostre caratteristiche specificamente umane, fra cui l'abituale bipedismo, l'uso di utensili, un cervello molto più grande e un linguaggio complesso. Sono state osservate importanti somiglianze e differenze anche in relazione all'incidenza e alla gravità di molte delle principali malattie umane. Il confronto tra il genoma umano e quello dello scimpanzé può aiutare a rivelare la base molecolare di questi tratti nonché le forze evolutive che hanno formato le specie, fra cui i processi di mutazione e i vincoli selettivi soggiacenti.
Il consorzio ha scoperto che il genoma dello scimpanzé e quello umano sono "sorprendentemente affini e codificano proteine molto simili". Dallo studio emerge che le differenze sono pari solo all'1,2 per cento in termini di geni che codificano per le proteine che costruiscono i mattoni del nostro corpo e ne regolano le funzioni. Queste differenze sono maggiori, ossia pari a circa il 4 per cento, se si tiene conto delle sequenze che si sono inserite o sono andate perse nel DNA, o del DNA che non codifica.
I ricercatori spiegano che, nel corso dell'evoluzione, gli esseri umani e gli scimpanzé hanno accumulato mutazioni potenzialmente più dannose nei loro genomi rispetto a topi, ratti e altri roditori. Sebbene tali mutazioni possano provocare l'insorgenza di malattie, erodendo la capacità generale di adattamento di una specie, gli studiosi ritengono che possano anche essere all'origine dell'adattabilità dei primati a rapidi cambiamenti ambientali e che abbiano consentito loro di raggiungere adattamenti evolutivi unici nel loro genere.
Nei prossimi anni il confronto consentirà di accrescere la nostra conoscenza del modo in cui il genoma umano si è evoluto e di acquisire una migliore comprensione dei motivi per cui gli esseri umani soffrono di cancro o di altre malattie che molto raramente colpiscono gli scimpanzé.
Fonte : www.molecularlab.it
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